Ogni luogo – paese, città, nazione – ha un’icona, un emblema, che, come le imprese e gli stemmi antichi, intende riassumerne la storia nell’immediata valenza caratterizzante di un simbolo; qualcosa che, garantito dalla sua verificabile plasticità, sia colto dai sensi e dalla memoria come figura di un’esperienza vissuta e combattuta nei secoli; e di un carattere, qualificante la sua gente con retaggio culturale, partecipato da chi quella terra abita per prosapie millenarie o per affinità elettive che ne hanno determinato l’affiliazione.
Ogni luogo – paese, città, nazione – ha un’icona, un emblema, che, come le imprese e gli stemmi antichi, intende riassumerne la storia nell’immediata valenza caratterizzante di un simbolo; qualcosa che, garantito dalla sua verificabile plasticità, sia colto dai sensi e dalla memoria come figura di un’esperienza vissuta e combattuta nei secoli; e di un carattere, qualificante la sua gente con retaggio culturale, partecipato da chi quella terra abita per prosapie millenarie o per affinità elettive che ne hanno determinato l’affiliazione.
Per il nostro luogo, Vesime, l’emblema, l’arma che ne riasume storia e qualità non ha bisogno di blasoni su cartapecora, strologati dalle normative araldiche e quantificata in sedicesimi miniati; il nostro stemma è il castello, un imponente rudere dotato di tutta la maestosa grandiosità che associa poesia alle rovine dei luoghi illustri della Storia, collocato com’è alto sul dirupo che incombe sul paese. (Riccardo Brondolo)