Ci sono domande che aspettano risposte, soprattutto da chi la cooperazione la sceglie e sogna la possibilità di realizzare uno strumento che permetta questo equilibrio, ma prima ancora da chi sì crede nella vita e sa che solo il rispetto di questa, prima di ogni altra cosa, dona la felicità. Uno strumento, che in realtà deve diventare un metodo personale e solo successivamente può trovare rispondenza nelle esperienze collettive.
Un metodo che va coltivato, fatto crescere, di cui prendersi cura costantemente, perché deve evolvere insieme allo spirito e alle esigenze dei soci e della realtà in cui si è inseriti..
Uno strumento che sia capace di ascolto e di risposte, di rendere possibile e di affiancare la crescita spirituale di chi ne fa parte. Aspirare a vivere la felicità, con tutte le componenti che ne derivano: materiali, psicologiche e spirituali e sociali, è ancora il nostro obbiettivo principale?