docente del corso di Statistica presso il dipartimento di Scienze Politiche delll'Università degli Studi di Genova. Dottore di ricerca in Economia Applicata e metodologie quantitative (XVII ciclo) presso l'Università di Genova, ha partecipato a numerosi progetti di ricerca finanziati dal Ministero della Salute, dal Ministero della Pubblica Istruzione, dal Ministero dei Trasporti, dall'Agenzia Nazionale dei servizi sanitari.
Autore di oltre cinquanta pubblicazioni scientifiche, le sue ricerche sono incentrate sulla statistica sociale.
È nel comitato editoriale del "Journal of Contemporary Management", dell' "Eastern European Business and Economics Journal", e svolge attività di referaggio per le riviste Social Indicator Research e International Journal of health Geographics.
È membro del collegio dei docenti del dottorato di Logistica e Trasporti del CIELI (Università di Genova), del comitato scientifico dell'osservatorio Nautico Nazionale e del Centro de Investigatiòn Economètrica dell'Universidad de Buenos Aires (Argentina). Fa parte di diverse società scientifiche quali l'European Association for Evolutionary Political Economy, l'Associazione Italiana di Economia Sanitaria, l'Associazione Italiana per la Qualità della vita, la Royal Statistical Society. Dal 2016 è membro del Centro de Investigaciòn Economètrica dell'Universidad de Buenos Aires (Argentina)
Lo studio della statistica richiede una forma mentis adeguata per affrontare il vasto mondo dei fenomeni socio-politici in termini quantitativi. La stessa forma mentis che spesso non accompagna le persone deputate a commentare i dati delle fonti statistiche.
Un semplice esempio può fare riferimento alla serie di dati pubblicata dal Censis nel 2006, che comprendeva alcune informazioni sulla crescita percentuale del numero di denunce di reati, da cui risultava la città di Ferrara al primo posto tra le città di Ferrara al primo posto tra le città italiane. L’Istituto aveva chiaramente e correttamente precisato che i dati, le analisi e le percentuali non riguardavano i reati ma le denunce e che le differenze tra città non avevano una significatività sufficiente per stilare una classifica. In altre parole, nonostante nulla indicasse un particolare aumento della criminalità a Ferrara, a causa del modo in cui la notizia venne diffusa dalle fonti di informazione si scatenò il panico.
Scopo di questo testo è quello dii mettere gli studenti in condizione di saper riconoscere queste situazioni e di evitare di rimanervi invischiati, contribuendo inconsapevolmente a diffondere false informazioni, riuscendo al tempo stesso a porsi in una situazione di vantaggio a coloro che non hanno mai affrontato la materia.