sono due ex assessori, sconfitti alle ultime elezioni comunali dopo una lunga milizia sugli scranni municipali. Improvvisamente orfani della politica e della pubblica amministrazione, provano ad ammazzare il tempo scrivendo sul loro paese e giocando con la storia.
Mentre Gea della Garisenda, con la sua voce e le sue forme, “anestetizza” i nostri soldati impegnati a conquistare la quarta sponda del Mediterraneo, Matilde Serao è alle prese con la rilettura storica del nostro Risorgimento e di un fatto di sangue avvenuto molti anni prima a Serravalle Scrivia. Nella soluzione di quel caso di allora determinante l’acume di un giovane Albert Eistein, suo casuale compagno in un tragico viaggio in treno. Tuttavia, nuove informazioni e confidenze su quegli accadimenti le suggeriscono una differente interpretazione dei fatti. Come nel gioco delle tre carte, sollecitata nella sfida del diabolico Re di Denari, tre documenti la stimolano a individuare la mente che si nasconde dietro le apparenze. Alla fine, la grande scrittrice, poserà il suo indice sul dorso di una carta. Quella giusta? L’Italia dei misteri, oggi come allora, ama nascondersi dietro verità sempre più complesse o finte verità sempre più verosimili. Lo scopo purtroppo è sempre lo stesso: mascherare i nostri difetti, le nostre meschinità, il nostro innato egoismo quando si tratta di affrontare argomenti riguardanti la “res pubblica”. Ma alla fine, come spesso accade, la verità ci colpirà all’improvviso, con la forza prepotente di uno schiaffo.
Gea e il Re di Denari è il loro secondo romanzo dopo “Una notte relativamente strana”